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venerdì 25 marzo 2011

Il Grillo Sparlante



E poi dite del togolese carliano che a volte non si capisce, i neologismi miei che non fastidiano neppure le vulvivendole che lavorano nei loro chiavisteri, sono comprensibili meglio delle parole inventate del foscatz marainesco, ad es. prendo” il giorno ad urlapicchio”:
Ci sono giorni smegi e lombidiosi
col cielo dagro e un fonzero gongruto
ci son meriggi gnalidi e budriosi
che plogidan sul mondo infragelluto,
ma oggi e’ un giorno a zimpagi e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,
le nuvole buzzillano, i bernecchi
luderchiano coi fernagi tra i pini;
e’ un giorno per le va’nvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero,
e’ il giorno a cantilegi, ad urlapicchio
in cui m’hai detto “t’amo per davvero”.
Certo che dissertare sullo scritto e’ duopo e del resto se non sono matti non li vogliamo vero, cerco di dare una spiegazione estrapolandola dallo scritto di cui sopra..
ma oggi e’ un giorno a zimpagi e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,”
Zimpagi e zirlecchi, zac, zac, qualcosa di scattante, frizzante che pervade un tutto: spinte, balzi, saltelli; e poi “un giorno tutto gnacchi e timparlini”. Tlin, tlin, ascoltate? sembra quasi di sentirli suonare i timparlini. Questi sono termini mutuati dalle antiche lingue nordiche: gnakken und timparlinen che ancora oggi in Germania definiscono i ciondoli e i campanelli utilizzati nei riti che riprendono le antiche tradizioni celtiche sulla fecondita’..
“le nuvole buzzillano, i bernecchi
luderchiano coi fernagi tra i pini”
In primavera, quandoe’ sereno e non c’e’ vento e la temperatura e’ tra i diciotto e i ventidue gradi, le nuvole buzzillano, cioe’ assumono quel bell’aspetto rigonfio e pacioccone che le fa sembrare di soffice panna. La natura e’ talmente euforica che i bernecchi, piccoli passeracei frenetici dal becco rostrato e dal tipico verso acuto ed un po’ rompicoglioni, insieme ai fernagi, grossi pettirossi molto riflessivi, ma poco decisionisti, luderchiano tra i pini. E qui e’ facile, basta fare riferimento alla radice: lud- dal latino ludum, cioe’gioco. E’ un momento talmente particolare che specie diversissime tra loro interagiscono amabilmente.
In questa seconda quartina, il poeta ribalta l’immagine precedente. Mentre prima si assisteva ad un momento di tedio generalizzato, qui tutto e’ attivo, la natura e lo spirito. E si prosegue
“e’ un giorno per le vanvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero”
E’ un giorno talmente splendente che non si puo’ prendere nulla sul serio, bisogna agire senza riflettere, cosi’ come ci detta il momento: un giorno per le vanvere, appunto. Ma non e’ una festa comandata imposta da norme civili o religiose, e’ un giorno festivo intimo, privato e definirlo solennemente festa sembra troppo quindi un festicchio.
Che si intende un poco di meteorologia sa che i giorni si dividono in carmidiosi, cioe’ che iniziano con il sole e terminano con le nuvole ed in prodigieri, che al contrario iniziano con le nuvole per poi rasserenarsi. Il giorno descritto e’ un giorno carmidioso, che inizia con il sereno, ma al momento dell’arrivo delle nuvole la natura non ci sta, non vuole perdere un’occasione a volte molto rara di gaiezza quindi il giorno diventa prodigiero ed il sole rimane continuando a dare il suo contributo al festicchio.
“e’ il giorno a cantilegi, ad urlapicchio
in cui m’hai detto “t’amo per davvero””
Urlapicchio. E’ difficile darne una definizione. E’ il giorno in cui le nuvole buzzillano, i bernecchi luderchiano coi fernagi, quando c’e’ il sole perche’ tutto e’ carmidioso e prodigiero.
Ed alla fine la spiegazione di ogni cosa. Cio’ che permette di trasformare una giornata insignificante ed un uggiosa in un’esplosione di gioia incontenibile, cio’ che e’ in grado di rovesciare gli stati d’animo ed addirittura la natura che ci circonda ed il mondo.
Oggi il giorno si e’ trasformato perche’ lei ti ha detto “t’amo per davvero”.
Ho ora conferito un senso ai suoni e li ho contestualizzati dando un significato alla pesudo-poesia sulla base dell’esperienza e delle sensazioni.
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