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giovedì 8 febbraio 2018

Morlacchi's Story





Alla memoria di Morlacchi Ettore (o Ettorino), marinaio motorista 19nne della R. Marina Imbarcato sul cacciatorpediniere Fulmine) disperso nel Mediterraneo Centrale il 9/11/1941 per affondamento della nave Cacciatorpediniere Fulmine..

Faccio seguito alla Bonzi's Story in cui ho raccontato il personaggio Leonardo, mettendo in luce lo zio Ettorino facente parte dei quattro fratelli Morlacchi componenti la mia famiglia materna.
Questa e’ una ricerca fatta per la proff, Graziella Bonzi, mia sorella (e per me) e mi riferisco a quando da ragazzo vedevo mia mamma alla ricerca disperata del 19nne fratello considerato "disperso in guerra".
I miei ricordi risalgono a quando avevo sei o sette anni e quindi mio zio Ettorino (in famiglia viaggiamo tutti col diminutivo) essendo giovin disegnatore alla Franco Tosi ha dovuto fare il suo dovere andando nella Regia Marina sul cacciatorpediniere Fulmine ed era scomparso o disperso da piu’ di 8 anni, ma mia mamma non avendo notizie certe della sua morte continuava a sperare in una sua ricomparsa.
Ora siamo nel 2018, mia madre non c'e' piu' e quindi vado a ritroso sul percorso che mio zio Ettorino ha fatto con il cacciatorpediniere Fulmine su cui era stato imbarcato con le mansioni di motorista, per il solo fatto che in Franco Tosi disegnava parti di grandi motori marini


Missione del convoglio “Duisburg”

Il 7 novembre 1941 mia mamma ando' a Napoli per accompagnare suo fratello minore che era stato imbarcato sul cacciatorpediniere Fulmine, e quella fu l'ultima volta che lo vide.
Al comando del capitano di corvetta Mario Milano, il cacciatorpediiere lascio' Napoli facendo parte della scorta del convoglio «Beta», poi divenuto meglio noto come “Duisburg”.
Lo componevano i piroscafi tedeschi Duisburg e San Marco, l’italiano Sagitta, la motonave Maria e la grande e moderna nave cisterna Minatitland.
A scortare i mercantili, insieme al Fulmine, vi erano i cacciatorpediniere Euro, Maestrale (caposcorta), Bersagliere, Granatiere, Fuciliere ed Alpino.
La formazione iniziò ad uscire alle 2.20 di notte si riunì fuori dal porto di Napoli, poi si mise in movimento alle 6.30.
Il Fulmine aveva a bordo, complessivamente, circa 270 uomini: oltre all’equipaggio, infatti, erano presenti 41 militari della Regia Marina di passaggio, diretti in Libia.


 
Tra di essi vi erano quattro ufficiali; uno di loro, Eduard Schloemann, era un ufficiale della Kriegsmarine, un pittore di Kiel che dipingeva scene di vita marinara e di guerra sul mare, il quale realizzava rapidi schizzi di quanto vedeva.
La conversazione in quadrato ufficiali, mentre la nave passava al largo di Messina, verteva sul pericolo rappresentato dagli incrociatori britannici, che avrebbero potuto attaccare il convoglio, ma il fatto che la III Divisione, con gli incrociatori pesanti Trento e Trieste, avrebbe fornito scorta indiretta, sembrava tranquillizzare il direttore di macchina, il capitano del Genio Navale Maurizio Badoglio, sposato da appena una settimana.
Alle 4.30 dell’8 novembre, a sud dello stretto di Messina, si unirono al convoglio anche il piroscafo Rina Corrado e la pirocisterna Conte di Misurata, partiti da Messina (dov’erano arrivati da Palermo) con la scorta dei cacciatorpediniere Libeccio, Grecale ed Alfredo Oriani. Questi ultimi si unirono a Fulmine, Euro e Maestrale, mentre gli altri quattro cacciatorpediniere, dopo essersi riforniti a Messina, si unirono alla III Divisione (Trento e Trieste), uscita in mare per fornire scorta indiretta al convoglio.
Alle 16.30 la formazione era completa.
In tutto i sette navigli trasportavano 34.473 tonnellate di materiali, 389 autoveicoli e 243 uomini.
Le due navi cisterna trasportavano 6.692 tonnellate di combustibili liquidi per le esigenze Italiane, 5.160 tonnellate di nafta per la Regia Marina, 2.254 tonnellate di benzina per la Luftwaffe. 
Per la scorta aerea (nelle sole ore diurne) furono mobilitati 64 aerei, mantenendo sempre otto velivoli costantemente in volo sul cielo del convoglio.
Un dispiegamento di forze che agli uomini del Fulmine diede maggiore sicurezza: ma che alla fine avrebbe solo reso la futura sconfitta ancora più bruciante.
Il convoglio, superato lo stretto di Messina, imboccò la rotta che passava a levante di Malta, passando al largo della costa occidentale greca (in modo da tenersi fuori dal raggio d’azione degli aerosiluranti di Malta, stimato in 190 miglia).
Nonostante questo (e nonostante, durante la navigazione verso est, le unità avessero eseguito diverse accostate verso ovest per confondere le idee ad eventuali ricognitori circa la loro rotta)


nel pomeriggio dell’8 novembre, alle 16.45, il convoglio (ma non la III Divisione) fu egualmente individuato, in posizione 37°38’ N e 17°16’ E, da un ricognitore Martin Maryland della Royal Air Force (69th Reconnaissance Squadron), decollato da Malta e pilotato dal tenente colonnello J. N. Dowland.
Le navi della scorta, da 5000 metri, avvistarono il ricognitore, ed inviarono segnali luminosi alla scorta aerea (con cui non era possibile comunicare via radio) per richiedere che attaccasse il velivolo nemico, ma gli aerei della scorta non fecero nulla.
Alle 17.30 partì quindi da Malta la Forza K britannica, composta dagli incrociatori leggeri Aurora e Penelope e dai cacciatorpediniere Lance e Lively e destinata specificamente all’intercettazione dei convogli italiani diretti in Libia.
Anche un bombardiere Wellington dotato di radar ed otto aerosiluranti Fairey Swordfish decollarono da Malta per rintracciare il convoglio (il primo per seguirlo e mantenere il contatto con esso, i secondi per attaccarlo), ma non riuscirono a trovarlo.
Le navi italiane, ignare di tutto questo, procedevano regolarmente per la loro rotta, con buon tempo (mare calmo, solo nubi leggere nel cielo ed un debole vento forza 3).
La scorta aerea venne ritirata al tramonto.
Alle 19.30, dopo aver sino ad allora navigato con rotta 090°, il convoglio «Beta» accostò per 122°, ed alle 19.55 accostò per 161°, sempre per tenersi al di fuori del raggio d’azione degli aerosiluranti.



Alle 00.39 del 9 novembre il convoglio venne avvistato otticamente (il radar non ebbe alcun ruolo di rilievo, se non nel puntamento dei cannoni durante il combattimento: le navi italiane vennero avvistate perché illuminate dalla luce lunare) dalla Forza K in posizione 36°55’ N e 17°58’ E (135 miglia a sud di Siracusa, 100 miglia ad est-sud-est di Capo Spartivento e 180 miglia ad est di Malta), da una distanza di 5 miglia e su rilevamento 30°. 
 
I mercantili procedevano a 9 nodi (con rotta 170°) su due colonne (a destra, nell’ordine, Duisburg, San Marco e Conte di Misurata, a sinistra, nell’ordine, Minatitland, Maria e Sagitta, mentre il Rina Corrado procedeva più a poppavia degli altri sei mercantili, in posizione centrale rispetto alle due colonne), con la scorta diretta tutt’attorno (Maestrale in testa, Grecale in coda, Libeccio seguito dall’Oriani sul lato sinistro ed Euro seguito dal Fulmine sul lato destro) e quella indiretta (la III Divisione) 4 km a poppavia.
Qualcuna delle unità della scorta diretta (proprio il Fulmine per una versione), grazie alla luna piena, avvistò anche la Forza K, 3-5 km a poppavia, ma ritenne trattarsi della III Divisione.
Dopo aver ridotto la velocità da 28 a 20 nodi ed aver aggirato il convoglio con una manovra che richiese 17 minuti, portandosi a poppa dritta rispetto ad esso (in modo che i bersagli si stagliassero contro la luce lunare), la Forza K, giunta circa 5 km a sudest del convoglio, aprì il fuoco sulle ignare navi italiane da una distanza di 5200 metri, orientando il tiro con l’ausilio dei radar tipo 284.
Erano le 00.59.
Il Fulmine si trovava sul lato destro del convoglio, a poppa dritta (a poppavia dell’Euro e vicino a San Marco e Conte di Misurata), trovandosi ad essere l’unità della scorta più vicina alla direzione di provenienza della Forza K e quindi più esposta all’attacco, e fu tra le prime navi ad essere bersagliate dal tiro nemico: vanamente il cacciatorpediniere tentò di contrattaccare, ma fu centrato prima dai proiettili da 120 mm del Lance, che aveva inizialmente devastato con il suo tiro il Maria ed il Sagitta, poi l’Aurora, dopo aver incendiato il Rina Corrado, rovesciò sul Fulmine il tiro delle sue mitragliere pesanti “pom-pom” da 40 mm, falcidiandone l’equipaggio, e per ultimo, all’1.05, il Penelope immobilizzò e mise fuori uso il cacciatorpediniere italiano Fulmine con il tiro dei suoi pezzi da 152 mm.
Il Fulmine fu crivellato dalle schegge e colpito in pieno da sei proiettili (tre salve): il primo pose fuori uso le macchine (che dapprima rallentarono e poi si fermarono del tutto) e fece saltare la corrente, ponendo fuori uso anche i collegamenti telefonici, poi le armi di bordo vennero rese inservibili; la plancia fu colpita e devastata ed il comandante Milano venne gravemente ferito sin dai primi colpi, perdendo un braccio, ma mantenne il comando della sua nave e continuò ad incitare l’equipaggio a combattere.
Ad aggravare la situazione si misero anche i mercantili del convoglio, che, avendo aperto il fuoco con le loro mitragliere contro quello che ritenevano essere un attacco di (inesistenti) aerosiluranti, ma tirando troppo basso, finirono per colpire il Fulmine a loro volta.
In sala macchine, il vapore scappava dalle tubature colpite; il personale di macchina, compreso il capitano Badoglio, corse in coperta, dove venne accolto dal tiro delle mitragliere.
Sul Fulmine, soltanto il complesso binato prodiero da 120 mm rispose al fuoco, sparando otto salve a punteria diretta sotto la direzione del tenente di vascello Giovanni Garau, il direttore di tiro del Fulmine.
Questi, anzi, quando alcuni dei suoi uomini caddero feriti, prese personalmente parte al caricamento dei cannoni, per poter mantenere costante il ritmo di tiro, mentre incoraggiava i cannonieri ancora vivi.
Il cacciatorpediniere, ormai immobilizzato e ridotto ad un relitto galleggiante, sbandò a sinistra a causa dello scoppio di una caldaia, si capovolse ed affondò all’1.06 del 9 novembre, a soli nove minuti dall’inizio dello scontro (per altra fonte dopo dodici minuti, oppure all’1.15), nel punto 37°00’ N e 18°10’ E, portando con sé gran parte dell’equipaggio (141 uomini), rimasto ucciso o ferito nel combattimento.
Il tenente di vascello Garau cessò il tiro con il complesso prodiero solo quando l’acqua iniziò ad allagare la coperta, dopo di che ordinò a quanti, tra i suoi uomini, erano ancora in vita, di salvarsi.
Dopo aver lanciato il tradizionale grido “Viva il Re!”, Garau decise di seguire la sorte della nave: alla sua memoria fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Alfredo Piacentini, un sottocapo cannoniere che aveva continuato a fare fuoco con il complesso prodiero da 120 verso la direzione di provenienza delle cannonate britanniche, fu tra gli ultimi ad abbandonare la nave, e scomparve successivamente in mare (fu decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, alla memoria).
Il comandante Milano rimase al suo posto sino alla fine, raccogliendo le ultime forze per mettere in salvo il suo equipaggio, poi abbandonò la nave per ultimo mentre questa scompariva sotto la superficie.
Questo e' il punto dove e' affondato il Cacciatorpediniere Fulmine..

 
Seguì la distruzione del convoglio – tutti i mercantili affondati, il Grecale danneggiato gravemente, il fiacco ed inutile intervento della III Divisione – e poi la lunga nottata in mare, nel freddo di novembre.
A rompere qua e là l’oscurità della notte, solo gli incendi delle navi, come quello della Minatitlan, che continuò a bruciare per tutta la notte con le migliaia di tonnellate di carburante che trasportava.
Non furono pochi quanti scomparvero prima dell’alba.
Il comandante Milano, gravemente ferito, morì in acqua per dissanguamento (venne decorato alla memoria con la Medaglia d’Oro al Valor Militare; il paese di Forlì del Sannio gli ha intitolato una via).
Il guardiamarina Adriano Atti, che aveva organizzato l’abbandono della nave sui pochi mezzi disponibili, venne issato a bordo di una zattera ma continuò a premurarsi più per i suoi uomini che per se stesso, finché, sfinito ed assiderato, scomparve in mare.
Alla sua memoria fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
La stessa decorazione, a vivente, fu conferita anche al capo di terza classe Aquilino Rossi, che, dopo aver adempiuto ai propri compiti al posto di combattimento, una volta in mare soccorse alcuni compagni che stavano per annegare.
Una delle imbarcazioni di salvataggio, sovraccarica di naufraghi, si capovolse più volte; molti annegarono nel mare coperto di nafta, o morirono d’ipotermia.



Due amici e compaesani di Grazzanise, il silurista Salvatore Caianello ed il sergente Giovanni Battista Vitolo, seppero di essere entrambi in mare quando riconobbero reciprocamente il fischio che usavano solitamente come saluto. Vitolo prese sulle spalle Caianello, che non sapeva nuotare, e riuscì a raggiungere una zattera, sulla quale aiutò a salire l’amico. Poi anche Vitolo cercò di arrampicarsi sulla zattera, ma qualcuno gli diede un calcio in faccia, facendolo allontanare di qualche metro; poi la zattera, sovraccarica di naufraghi, si capovolse, gettando in mare i suoi occupanti.
Salvatore Caianello non fu mai più rivisto (alla sua memoria fu conferita la Croce di Guerra al Valor Militare), Giovanni Vitolo, rincuorato dalla visione della Madonna che lo salvava dal mare mentre già disperava di potersi salvare, sopravvisse per essere raccolto dal Libeccio.
Infine, verso le sei del mattino del 9 novembre, i naufraghi vennero raggiunti dal Libeccio, uscito dal combattimento con pochi e modesti danni, che recuperò quanti ancora erano vivi.
Tra di essi vi era anche il capitano Badoglio, che, quasi sul punto di morire assiderato, riprese conoscenza dopo essere stato massaggiato; Eduard Schloemann, invece, morì subito dopo il salvataggio.
Molti dei feriti vennero portati sottocoperta per le prime cure, ma alcuni spirarono a bordo della nave.
Ma alle 6.40, proprio dopo aver finito l’operazione di soccorso (erano stati tratti in salvo 150-200 uomini, in gran parte del Fulmine), il Libeccio, mentre si apprestava a rimettere in moto, venne silurato dal sommergibile britannico Upholder.
L’esplosione del siluro asportò la poppa del cacciatorpediniere, che affondò portando con sé molti naufraghi e quanti si stavano prendendo cura di loro.
Molti altri uomini si gettarono in mare, ed alcuni di loro rimasero uccisi dagli scoppi delle bombe di profondità gettate dagli altri cacciatorpediniere per colpire l’Upholder.
Tra le vittime del siluramento del Libeccio vi fu anche il capitano Badoglio, che forse si era illuso di essere in salvo, quando era stato recuperato dal cacciatorpediniere.
L’equipaggio del Libeccio ed i rimanenti superstiti del Fulmine ebbero il tempo di abbandonare la nave prima che questa, dopo un vano tentativo di rimorchio, affondasse infine alle 11.18.
I naufraghi, recuperati da Euro e Maestrale, furono sbarcati a Messina.
Tra questi vi era il sergente Giovanni Vitolo, che per il resto della sua vita, ogni 9 novembre, avrebbe fatto tenere una messa in onore della Madonna di Montevergine.
Anche il capo di terza classe Aquilino Rossi, dopo essere stato recuperato dal Libeccio, sopravvisse anche all’affondamento di questa nave e fu tratto in salvo dal Maestrale.
Solitamente viene riportato che i morti del Fulmine furono 141; dagli elenchi degli imbarcati, tuttavia, risulta che le vittime furono in realtà 177, ovvero 151 membri dell’equipaggio e 26 militari di passaggio.
I sopravvissuti, alla fine, furono un novantina.

Su dieci ufficiali, più quattro di passaggio, si salvarono solo il tenente del Genio Navale Direzione Macchine Ernesto Scalambro ed il sottotenente medico Enrico Piras, quest’ultimo ferito.
Di mio zio Ettorino non si sa quando fosse scomparso, mi ricordo che un marinaio che si era salvato disse a mia mamma che sulle zattere mio zio non c'era e quindi non vi era la morte certa e cosi' fu dato per disperso.
Ad ogni modo onori al merito a questi caduti tra cui mio zio Morlacchi Ettorino motorista del 3.12.1921 m.56037 della c.a. di Genova, 19nne di leva con la sola sfortuna di essere stato disegnatore di grandi motori marini alla Franco Tosi di Legnano.

I morti del Cacciatorpediniere "Fulmine":
Pasquale Abruzzese, capo meccanico di prima classe in servizio permanente effettivo, 41 anni, da Mola di Bari (BA) (equipaggio)
Antonio Alaimo, cannoniere puntatore mitragliere di leva, 21 anni, da Palermo (equipaggio)
Giovanni Alfano, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Pompei (NA) (equipaggio)
Gerardo Alvan, sottocapo meccanico volontario, 22 anni, da Alghero (SS) (equipaggio)
Pietro Amato, sergente cannoniere puntatore mitragliere richiamato, 34 anni, da San Giorgio a Cremano (NA) (equipaggio)
Umberto Antonelli, cannoniere puntatore volontario, 19 anni, da Sambuci (RM) (equipaggio)
Adriano Atti, guardiamarina di complemento, da Milano (equipaggio) (MBVM)
Maurizio Badoglio, capitano del Genio Navale Direzione Macchine R. S. (direttore di macchina), da Imperia
Antonio Bagnani, secondo capo radiotelegrafista richiamato, 32 anni, da Trecenta (RO) (passeggero)
Vincenzo Baldino, sergente meccanico volontario, 24 anni, da Casamicciola (NA) (equipaggio)
Paolo Balloni, fuochista ordinario richiamato, 22 anni, da Riva Ligure (IM) (equipaggio)
Domenico Battiferro, sottonocchiere richiamato, 24 anni, da Amalfi (SA) (equipaggio)
Edoardo Bertellotti, fuochista ordinario richiamato, 23 anni, da La Spezia (equipaggio)
Antonio Biancalana, capo meccanico di seconda classe militarizzato (passeggero)
Pasquale Bizzocca, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Barletta (BA) (equipaggio)
Giovanni Blundetto, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 21 anni, da Scicli (RG) (equipaggio)
Angelo Boreatti, maresciallo capo cannoniere puntatore di seconda classe in servizio permanente effettivo, 32 anni, da Folgaria (UD) (equipaggio)
Pierino Bozzolini, marinai servizi vari di leva, 20 anni, da Villimpenta (MN) (equipaggio)
Millo Brunetti, secondo capo specialista direzione di tiro (volontario), da Viareggio (equipaggio)
Lorenzo Buscaglia, fuochista a. richiamato, 24 anni, da Genova (equipaggio)
Francesco Buzzotta, sergente cannoniere puntatore scelto a.t.i., 26 anni, da Siracusa (equipaggio)
Arrigo Cacace, tenente di vascello, da Genova (equipaggio)
Rosario Cacopardo, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Gaggi (ME) (equipaggio)
Salvatore Caianello, silurista volontario, 21 anni, da Grazzanise (NA) (equipaggio)
Antonino Calajò, capo segnalatore di prima classe in servizio permanente effettivo, 50 anni, da Roma (passeggero)
Enrico Campagnoni, sottocapo cannoniere puntatore scelto richiamato, 28 anni, da Premoselle (NO) (equipaggio)
Cesare Canduro, secondo capo meccanico volontario, 27 anni, da Monticello Conte Otto (VI) (equipaggio)
Guido Canetti, sottotenente del Genio Navale Direzione Macchine, da Napoli (passeggero)
Ciro Cappella, capo meccanico di seconda classe in servizio permanente effettivo, 39 anni, da Napoli (equipaggio)
Giovanni Caradonna, capo meccanico di terza classe in servizio permanente effettivo, 28 anni, da Bari (equipaggio)
Giuseppe Careri, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Ardore (RC) (equipaggio)
Antonio Carella, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Bari (equipaggio)
Arturo Carnemolla, tenente d’artiglieria di complemento (passeggero)
Antonio Catta, sergente specialista direzione tiro volontario, 24 anni, da Roma (equipaggio)
Renato Cassuto, sottotenente di vascello, da Livorno (equipaggio)
Salvatore Cavallaro, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Messina (equipaggio)
Giovanni Centorrino, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Zafferia (ME) (equipaggio)
Umberto Cicalò, capo elettricista di terza classe in servizio permanente effettivo, 37 anni, da Porto San Giorgio (AP) (equipaggio)
Giovanni Cinque, fuochista motorista abilitato di leva, 20 anni, da Positano (SA) (passeggero)
Leonardo Colonna, sottocapo furiere a. richiamato, 24 anni, da Terni (equipaggio)
Vito Corallo, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Bari (equipaggio)
Mario Cotta, radiotelegrafista volontario, 18 anni, da Torino (equipaggio)
Egidio Crismani, sottocapo segnalatore volontario, 21 anni, da Pola (equipaggio)
Salvatore Daga, cannoniere a. richiamato, 22 anni, da Macomer (NU) (equipaggio)
Salvatore D’Angelo, sottocapo cannoniere ordinario richiamato, 23 anni, da Trapani (equipaggio)
Antonio D’Avino, fuochista ordinario richiamato, 22 anni, da Barra (NA) (equipaggio)
Michele De Palo, sottocapo nocchiere volontario, 22 anni, da Giovinazzo (BA) (equipaggio)
Vincenzo De Santis, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 27 anni, da Bitonto (BA) (equipaggio)
Luigi Di Chiaro, sottocapo silurista volontario, 20 anni, da Andria (equipaggio)
Pasquale Di Gennaro, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 23 anni, da Santa Maria Capua Vetere (NA) (equipaggio)
Giulio Dirlinger, capo meccanico di terza classe in servizio permanente effettivo, 32 anni, da Trieste (equipaggio)
Francesco Di Salvo, secondo capo meccanico richiamato, 29 anni, da Barletta (BA) (equipaggio)
Gino Dittadi, cannoniere puntatore scelto volontario, 18 anni, da Dolo (Venezia) (equipaggio)
Giuseppe Donniacuo, furiere di leva, 19 anni, da Montoro Superiore (AV) (passeggero)
Vincenzo Esposito, fuochista ordinario richiamato, 23 anni, da Napoli (equipaggio)
Santi Faggini, cannoniere puntatore scelto volontario, 18 anni, da Santa Maria delle Grazie (AR) (equipaggio)
Vito Favarel, sottocapo cannoniere s.t. volontario, 25 anni, da Beda del Piave (TV) (equipaggio)
Antonio Forcina, marinaio s.m. richiamato, 23 anni, da Minturno (LT) (equipaggio)
Noemio Franca, elettricista di leva, 21 anni, da Pesaro (equipaggio)
Dario Fusi, specialista direzione tiro richiamato, 24 anni, da Laveno Mombello (VA) (equipaggio)
Carlo Gabusi, sottocapo radiotelegrafista volontario, 23 anni, da Vestone (BS) (equipaggio)
Carlo Galli, fuochista ordinario richiamato, 22 anni, da Lecco (equipaggio)
Giovanni Garau, tenente di vascello (direttore del tiro), 24 anni, da Cagliari (equipaggio) (MOVM)
Gino Giacinti, capo nocchiere di seconda classe in servizio permanente effettivo, 37 anni, da Monte San Pietrangeli (AP) (equipaggio)
Michele Gianoglio, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Asti (equipaggio)
Alfredo Gironi, marinaio cuoco richiamato, 23 anni, da Genova (equipaggio)
Gaetano Giudice, capo meccanico di prima classe in servizio permanente effettivo, 38 anni, da Taranto (equipaggio)
Paolo Gobetti, sottocapo elettricista di leva, 22 anni, da Dongo (CO) (passeggero)
Corrado Grillo, sottocapo cannoniere puntatore mitragliere richiamato, 24 anni, da Molfetta (BA) (equipaggio)
Giobatta Gronoville, capo radiotelegrafista di terza classe in servizio permanente effettivo, 34 anni, da Varazze (SV) (equipaggio)
Giuseppe Guarino, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 25 anni, da Avellino (equipaggio)
Ernesto Gullotta, fuochista c.m. richiamato, 23 anni, da Catania (equipaggio)
Antonio Ibba, sottocapo cannoniere ordinario di leva, 23 anni, da Besa (NU) (equipaggio)
Antonio Imparato, cannoniere ordinario di leva, 21 anni, da Vietri sul Mare (SA) (equipaggio)
Salvatore Irosa, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Palermo (passeggero)
Santo Lauria, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Sangineto (CS) (equipaggio)
Luigi Lincetto, sottocapo cannoniere puntatore mitragliere volontario, 20 anni, da Cordenano (equipaggio)
Gioacchino Lipàri, nocchiere di leva, 21 anni, da Trapani (passeggero)
Angelo Locci, sottocapo cannoniere richiamato, 24 anni, da Rivarolo Ligure (GE) (equipaggio)
Bruno Lorenzonetto, cannoniere puntatore volontario, 17 anni, da Cassato (VC) (equipaggio)
Alfredo Loiodice, sottocapo radiotelegrafista richiamato, 23 anni, da Genova (equipaggio)
Giuseppe Maddalena, radiotelegrafista volontario, 20 anni, da Campobasso (equipaggio)
Ferdinando Maggio, marinaio servizi vari richiamato, 24 anni, da Alezio (LE) (passeggero)
Giuseppe Maiorino, sottocapo furiere volontario, 20 anni, da Baronissi (SA) (passeggero)
Antonio Manca, silurista volontario, 19 anni, da Sorso (SS) (equipaggio)
Giulio Mander, cannoniere ordinario di leva, 20 anni, da Venezia (equipaggio)
Gennaro Maraucci, motorista navale di leva, 20 anni, da Napoli (passeggero)
Eliseo Marchi, fuochista a. richiamato, 23 anni, da Sarzana (SP) (equipaggio)
Ottorino Marinelli, sergente specialista direzione del tiro, 26 anni, da Aringo (AQ) (equipaggio)
Filippo Martinico, cannoniere ordinario richiamato, 23 anni, da Trapani (equipaggio)
Daniele Marzioni, capo silurista di terza classe in servizio permanente effettivo, 37 anni, da Ancona (equipaggio)
Mario Massini, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Santa Brigida (FI) (equipaggio)
Umberto Mastromatteo, sottocapo meccanico volontario, 21 anni, da Lucera (FG) (equipaggio)
Guido Mauri, guardiamarina, da Trieste (passeggero)
Aramis Mazzara, sergente elettricista volontario, 25 anni, da Maglie (LE) (equipaggio)
Lorenzo Merola, sottocapo cannoniere armaiolo volontario, 20 anni, da Casalba (NA) (equipaggio)
Vincenzo Messina, sottotenente di vascello (equipaggio)
Mario Milano, capitano di corvetta (comandante), 34 anni, da Roma (MOVM)
Antonio Modofferi, marinaio richiamato, 27 anni, da Albano Laziale (RM) (passeggero)
Nicola Montanaro, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Fasano (BR) (passeggero)
Ettorino Morlacchi, motorista navale di leva, 19 anni, da Castellanza (VA) (equipaggio)
Agostino Muolo, cannoniere ordinario richiamato, 22 anni, da Monopoli (BA) (equipaggio)
Nello Nepi, marinaio servizi vari di leva, 22 anni, da San Benedetto del Tronto (AP) (equipaggio)
Otello Neri, sergente specialista direzione del tiro volontario, 23 anni, da Volterra (PI) (equipaggio)
Fragno Giacomo Noascon, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Locana (AO) (equipaggio)
Michele Oliviero, segnalatore di leva, 20 anni, da Torre del Greco (NA) (passeggero)
Pietro Pallesca, marinaio richiamato, 25 anni, da Tremiti (FG) (passeggero)
Corrado Palmerini, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Pescara (equipaggio)
Carlo Pandolisi, marinaio servizi vari richiamato, 24 anni, da Marengo (BG) (equipaggio)
Lorenzo Parini, cannoniere armaiolo richiamato, 23 anni, da Milano (equipaggio)
Aldo Parizzone, elettricista volontario, 18 anni, da Morano Pro (AL) (equipaggio)
Giacomo Parodi, motorista navale volontario, 19 anni, da Villalvernia (AL) (equipaggio)
Vincenzo Perrella, capo cannoniere puntatore scelto di terza classe in servizio permanente effettivo, 29 anni, da Napoli (equipaggio)
Mario Pautasso, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Torino (equipaggio)
Giusepe Pazzi, nocchiere volontario, 16 anni, da Dorno (PV) (equipaggio)
Davide Pecoraro, cannoniere puntatore scelto volontario, 20 anni, da Cava dei Tirreni (SA) (equipaggio)
Ugo Pelizzoni, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Vendrogno (LC) (equipaggio)
Arnaldo Perosini, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Roma (equipaggio)
Alfredo Piacentini, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 24 anni, da Roma (equipaggio) (MBVM)
Angelo Pintossi, silurista di leva, 21 anni, da Gardone V. (BS) (equipaggio)
Walter Pozzuolo, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Torino (equipaggio)
Cesare Puliti, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Ortona a Mare (CH) (equipaggio)
Salvatore Rabini, sottocapo specialista direzione del tiro richiamato, 22 anni, da Catanzaro Marina (equipaggio)
Giuseppe Raiola, marinaio nz., 52 anni, da Torre del Greco (NA) (passeggero)
Bruno Ravalico, aspirante guardiamarina, da Portorose (equipaggio)
Innocenzo Renzi, cannoniere puntatore mitragliere di leva, 21 anni, da Firenze (equipaggio)
Mario Revelli, sottocapo fuochista motorista navale richiamato, 23 anni, da Mondovì (CN) (equipaggio)
Michele Robertucci, marinaio s.m. di leva, 21 anni, da Torre del Greco (NA) (equipaggio)
Osvaldo Rossi, secondo capo segnalatore in servizio permanente effettivo, 28 anni, da Marsico Nuovo (PZ) (equipaggio)
Salvatore Rossi, nocchiere volontario, 18 anni, da Castel di Sangro (AQ) (equipaggio)
Antonio Safina, marinaio servizi vari richiamato, 23 anni, da Mazara del Vallo (TP) (equipaggio)
Gastone Sanier, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Tolmezzo (UD) (equipaggio)
Domenico Santucci, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 20 anni, da Acciamo (AQ) (equipaggio)
Armando Scarfato, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Gragnano (NA) (passeggero)
Amerigo Schiano, sottocapo nocchiere richiamato, 24 anni, da Porto Santo Stefano (GR) (equipaggio)
Emanuele Schiappacasse, sergente furiere richiamato, 31 anni, da Genova (equipaggio)
Eduard Schloemann, ufficiale della Kriegsmarine, 53 anni (passeggero)
Francesco Scolaro, cannoniere puntatore scelto volontario, 22 anni, da Mistretta (ME) (equipaggio)
Vittorio Senis, carpentiere volontario, 18 anni, da Fasano (BR) (passeggero)
Felice Sergnese, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 23 anni, da Saviano (NA) (equipaggio)
Emilio Setti, cannoniere ordinario di leva, 21 anni, da Crevalcore (BO) (equipaggio)
Francesco Sgobba, nocchiere di leva, 20 anni, da Taranto (passeggero)
Saverio Siano, sergente nocchiere volontario, 22 anni, da Montefusco (AV) (equipaggio)
Giovanni Sicale, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Catania (equipaggio)
Ernesto Silingardi, cannoniere ordinario di leva, 21 anni, da Bosco (PR) (equipaggio)
Amedeo Simionato, fuochista c.m. di leva, 21 anni, da Salzano (VE) (equipaggio)
Nello Sistilli, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Monte Silvano (PE) (equipaggio)
Nerino Rino Siviero, segretario di leva, 20 anni, di Polesella (RO) (equipaggio)
Tommaso Sposito, sottocapo meccanico volontario, 22 anni, da La Maddalena (SS) (equipaggio)
Francesco Stampacchia, segnalatore volontario, 18 anni, da Roma (equipaggio)
Silvano Stecchina, secondo capo fuochista c.m. richiamato, 27 anni, da Trieste (equipaggio)
Enzo Tannozzini, radiotelegrafista volontario, 21 anni, da Panicale (PG) (equipaggio)
Donato Taurino, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 20 anni, da San Donato di Lecce (LE) (equipaggio)
Cesare Tavarini, fuochista ordinario richiamato, 23 anni, da Ortonuovo (SP) (equipaggio)
Giuseppe Timossi, secondo capo meccanico in servizio permanente effettivo, 28 anni, da Busalla (GE) (equipaggio)
Emilio Tirabassi, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 26 anni, da Bracciano (RM) (equipaggio)
Giuseppe Tobianchi, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Fossacesia (CH) (equipaggio)
Nevio Torri, sottocapo radiotelegrafista volontario, 19 anni, da Cesenatico (FC) (equipaggio)
Walter Tosato, sottocapo elettricista volontario, 20 anni, da Padova (equipaggio)
Arturo Tricoli, sergente furiere ordinario, 26 anni, da Crotone (equipaggio)
Pasquale Trinchillo, sergente cannoniere, 30 anni, da Napoli (equipaggio)
Giuseppe Umbrella, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Casinano (RC) (passeggero)
Domenico Valerio, fuochista art. richiamato, 22 anni, da Roma (equipaggio)
Bruno Vascon, marinaio s.m. di leva, 22 anni, da Capo (PL) (equipaggio)
Giuseppe Visconti, specialista direzione tiro di leva, 21 anni, da Saronno (VA) (equipaggio)
Bartolo Villante, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Lipari (ME) (equipaggio)
Giuseppe Zacchia, sottocapo elettricista volontario, 19 anni, da Mantova (passeggero)
Evelino Zanerba, capo meccanico di seconda classe in servizio permanente effettivo, 32 anni, da Venezia (equipaggio)
Ferdinando Zoffoli, secondo capo radiotelegrafista richiamato, 37 anni, da Roma (passeggero)
Cipriano …tistella, secondo capo cannoniere, 26 anni, da Caldaro (BZ) (equipaggio)
Pietro …li, sergente cannoniere puntatore scelto richiamato, 27 anni, da Pontedera (PI) (equipaggio)
Michele …ellon, sottocapo meccanico volontario, 20 anni, da Siligo (SS) (equipaggio)
Paolo …centini, sottocapo meccanico, 23 anni, da Ferrara (equipaggio)
Armando …erchiai, sergente cannoniere a. volontario, 26 anni, da Firenze (equipaggio)
Pietro …trangolino, secondo capo silurista richiamato, 31 anni, da Aosta (equipaggio)
Armando …fiatel, secondo capo cannoniere armaiolo, 29 anni, da Avellino (equipaggio)
Marcello …sili, sottocapo radiotelegrafista, 23 anni, da Roma (equipaggio)


1 commento:

Carlo Bonzi ha detto...

Dear flaviusbeg, ho letto la mail che mi hai inviato sull'altro blog di Libero e riguardo il tuo bisnonno Arrigo Cacace che ha perso la vita con l'affondamento del Libeccio, purtroppo tutte le foto che avevo son quelle del post e perdonami il ritardo della risposta ma come indicato io non leggo i commenti o le richieste. Un abbraccio Carlo